Lady Oscar
e la Rivoluzione Francese
Rock Drama
regia di Andrea Palotto
La rivoluzione francese diviene immaginario collettivo in questa rivisitazione del celebre capolavoro animato di Ryoko Ikeda, noto in Italia col titolo “Lady Oscar”. Tra i Giardini di Versailles si mimetizzavano pregi e difetti di un sistema statale al tracollo. Una scala bivalente, quella sociale, che separa i “bassi fondi” frequentati dal popolo dai “piani alti” destinati all’aristocrazia.
Struttura di un carillon che dà inizio alle danze di marionette che beffeggiano l’indotta sorte umana. Nella Parigi prerivoluzionaria, una giovane fanciulla, viene educata dal padre come un uomo e addestrata a diventare il comandante della guardia reale. Nel frattempo, i grandi dell’Europa muovono le fila delle esistenze dei loro eredi come fossero marionette: così, la graziosa principessa Maria Antonietta d’Austria è costretta a sposare l’impacciato nipote di re Luigi XV di Francia. Lontano dai lustrini e dalle sale da ballo, c’è il popolo francese, oppresso dalla povertà e privato anche dei sogni. Ognuno dei personaggi vivrà il proprio dramma personale, finché la Storia, con i fuochi della Rivoluzione, non spingerà i propri burattini verso un tragico epilogo, scandito dalle gesta di Robespierre e Marat, simbolo della coscienza intelligente, del progresso storico e civile che incombe.
L’intento è quello di attualizzare quanto più possibile la vicenda: ogni cosa, nella pièce, parla di disuguaglianza, di straniamento, di discriminazione, di amore negato. Con una scelta musicale, più tradizionale e classica nelle scene di Versailles, più dura e moderna in quelle del popolo, questo spettacolo torna a far vibrare canti di libertà, uguaglianza e fraternità, in un’epoca in cui la diversità e il disprezzo ancora attanagliano la nostra civiltà.